“Semplicemente una mamma”, intervista con Annalisa Sereni

“Semplicemente una mamma” non è solo un libro. È uno dei tanti atti d’amore – e di fiducia, e di coraggio – che Annalisa Sereni ha voluto compiere. Ne abbiamo parlato con l’autrice, che ci ha raccontato come è nata un’opera di cui il regista Pupi Avati ha voluto scrivere la recensione e che sta ottenendo grande successo, ma soprattutto sta suscitando ovunque affetto e riflessione.

Avere sette figli. L’ultimo, con la “sindrome”. Trisomia 21: Annalisa, che di mestiere fa il medico, sa fin troppo bene cosa significa, quando durante la gravidanza arriva il verdetto. Significa sindrome di Down. Un motivo che secondo la legge sarebbe già sufficiente per impedire a quel figlio di nascere. Ma Annalisa a non ci pensa proprio a rifiutare suo figlio. Vuole accoglierlo e amarlo. Eppure si accorge che nemmeno lei, medico, sa veramente nulla della “sindrome”. E ancora meno ne sanno gli altri, quelli cui non è capitata quella “disgrazia”. Ma è davvero una disgrazia? E se invece fosse un dono, gradissimo, immenso? 
“E allora – ci ha raccontato Annalisa Sereni – mi sono messa a studiare, a confrontarmi con altri, avendo anche la fortuna di incontrare persone straordinarie che mi hanno insegnato tanto. Dalle cose più semplici alle più complicate. Intanto che la sindrome non è una malattia: dunque mio figlio non è malato, dunque non è di cure che ha bisogno. E soprattutto, non ha bisogno di ‘essere addestrato’ come una volta dovetti leggere da qualche parte, detto da un famoso psicologo americano di cui per fortuna ho dimenticato anche il nome. Semmai, come dico nel libro, se c’è qualcuno che ha bisogno di essere ‘addestrato’ siamo noi. Ma usiamo le parole giuste: abbiamo bisogno di essere istruiti”.
Da chi? “Ma proprio da loro, dai nostri figli. E soprattutto da figli un po’ diversi, che magari hanno un cromosoma più di noi. Che hanno tante difficoltà, che rischiano di avere qualche malformazione, ma che hanno tanta sensibilità in più. È incredibile con quanta prontezza e quanta profondità avvertano le sensazioni, i sentimenti, i rapporti che si svolgono intorno a loro”.
Cose vorrebbe dire a un genitore qualsiasi, anche a uno che ha dovuto affrontare prove tanto difficili o, come dice lei, non ha ricevuto doni tanto grandi?
“Vorrei dire di avere sempre fiducia: in Dio, nell’uomo, negli altri. Vorrei dire, come ho tentato di fare scrivendo, che i nostri figli, tutti quanti, dobbiamo accettarli per quelli che sono. Certo, per amore noi speriamo che facciano nella vita questo e quello, che diventino chissà chi. Ma se ci pensiamo bene, queste in realtà sono proiezioni di desideri nostri. E loro? Cosa vogliono davvero? In che modo saranno felici e realizzati? Sta solo a loro scoprirlo nella vita. E il nostro compito è tutto qui: aiutarli a conoscere loro stessi. In cambio, sono loro che aiutano noi. Molto, ma molto di più di quanto noi possiamo dar loro. Questo e tanto altro che da loro ho ricevuto, ho sentito il bisogno di condividerlo”.
Con questo libro? “Prima con il blog, per ‘colpa’ di mia sorella che mi aveva spinto a farlo. Finché un’altra sorella mi ha convinto che il blog non bastava. Che per approfondire certi temi occorreva qualcosa di più duraturo, magari di più autorevole. Qualcosa come un libro, appunto”.
Un libro che ha colpito tutti quelli che l’hanno letto. E fra i primissimi, Pupi Avati…
“Sì, avevo conosciuto il regista attraverso una cara amica e gli ho voluto far leggere quello che avevo scritto quando era ancora in bozza. Beh, forse anche quello è stato un segno… Lui aveva appena subìto un rifiuto per un progetto cui teneva molto e cioè proprio un film che parlasse della sindrome di Down. sarà che gli è capitato proprio in quel momento della sua vita, ma non solo il libro gli è piaciuto, ma addirittura ha voluto scriverne la prefazione: un testo bellissimo, che mi ha commosso e ancora continua a commuovermi quando lo rileggo”.
Dunque, dopo il blog e il libro, potrebbe fare anche un film?
“Ho anche un fratello, magari sarà lui che mi spingerà a questo, chissà…”

“Semplicemente una mamma” di Annalisa Sereni, San Paolo Edizioni, è già disponibile su www.missionfamily.org

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